- Sta facendo scalpore l’asse tra Grillo, Renzi e Berlusconi per approvare in fretta e furia una legge elettorale che consenta una veloce campagna elettorale balneare e voto a settembre
- Le critiche provengono da tutte le parti, comprese testate come La Repubblica o Il Fatto Quotidiano
- La legge elettorale spacciata per vicina al modello tedesco in realtà sarebbe molto simile al solito modello italiano: parlamentari nominati, capilista bloccati
- Avremmo una sola scheda per ogni ramo del Parlamento, senza poter scegliere alcun candidato
- Barrando il simbolo di un partito implicitamente si vota il candidato del nostro collegio (indicato a sinistra della scheda) e il listino bloccato dello stesso partito (a destra)
- Capolista bloccato, primo del listino e nominato in automatico dal capo, ecco come procederebbero i candidati sicuri di essere eletti.
- Quelli davvero scelti dai cittadini all’uninominale non sarebbero mica certi di entrare in Parlamento; il vero eletto verrebbe escluso, il seggio andrebbe al nominato
- Se in Germania ogni candidato può presentarsi al massimo in un collegio uninominale e in un listino proporzionale, qui invece non solo può farlo in un collegio uninominale, ma può dilagare in tre listini proporzionali
- Un modo come un altro per garantire il paracadute elettorale a personaggi che i partiti desiderano far eleggere
- Dove sono finiti i proclami del M5S contro il parlamento dei nominati?
- Ammesso che passi un emendamento contro le multicandidature, il succo della legge non cambia
- Grillo ha stoppato sul nascere ogni dissenso interno, appellandosi alla decisione dei votanti su Rousseau
- La piattaforma Rousseau conta al massimo su poco più di 200.000 attivisti certificati e realmente attivi
- Con 250.000 voti Michele Emiliano ha ottenuto meno del 10% dei consensi alle primarie del PD.
- Lo scollamento tra la base grillina e l’estabilishment è sempre più evidente
- Grillo può far valere il pugno di ferro – Non Statuto, ruolo di garante, ruolo dirigenziale di Casaleggio – contro i dissidenti come Paola Taverna e Roberto Fico, notoriamente l’ala talebana del M5S
- Andando a votare a breve si porrebbe il limite dei due mandati all’interno del M5S
- Di Battista e Di Maio si atterranno al limite dei due mandati o lo metteranno in discussione, come piano piano hanno messo in discussione i vecchi proclami di “no televisione” e “no accordi coi poteri forti”
- Di Battista è stato uno dei primi a sostenere che al momento il M5S deve fare la legge elettorale in accordo col PD e col PDL
- Con questa legge elettorale, in uno scenario tripartito Grillo-Renzi-Berlusconi, è molto difficile che si ottenga la governabilità
- Facilmente Renzi e Berlusconi dovrebbero accordarsi per formare un governo, che avrebbe vita breve, dilaniato dai personalismi dei due leader e dai correntai
- Un governo che nei prossimi anni dovrebbe sostenere misure impopolari
- Uno scenario favorevole al M5S: governo di inciucio PD-PDL, opposizione su tutto da parte dei pentastellati
- La soluzione migliore per Grillo e Casaleggio: fare piazza pulita dei miracolati, degli eletti della prima ora che hanno gustato il potere, dei personaggi fuori controllo
- Prendendo tempo, Grillo e Casaleggio potrebbero continuare a corteggiare il partito dei giudici, cercare appoggi coi poteri forti come da tempo il nuovo corso post-Ivrea sancisce
- Altri anni di governicchio istituzionale porterebbero vantaggio ulteriore al rafforzamento del blocco sociale trasversale del M5S
- L’italiano medio è tendenzialmente individualista ed eversivo, passivamente delega il proprio disagio polarizzandolo nei leader carismatici e populisti, un carattere formatosi nel ventennio fascista
- Questo sentimento ha cementato la grande vittoria del primo centrodestra berlusconiano, quello dell’asse Lega Nord e Alleanza Nazionale che univano la terza Italia in crisi al nord e il conservatorismo al sud nel disegno unificante del cavaliere meneghino
- Berlusconi è ormai al crepuscolo, la sua figura è storicizzata anche da serie tv come 1993, ma è l’unico che in campagna elettorale potrebbe sparigliare
- Renzi parte da una posizione perdente, non ora ma da sempre: prima ha tentato di personalizzare il partito seguendo le orme del Cavaliere, poi ha inseguito Grillo nella comunicazione sul web
- Nell’economia digitale chi arriva dopo in un mercato può solo accompagnare
- Le campagne elettorali governate dal marketing, nell’era digitale, sono necessariamente campagne complesse, la personalizzazione non basta più
- Renzi, Grillo e Berlusconi nascondono dietro la personalizzazione una sola grande verità: la mancanza di contenuti politici
- Una legge elettorale con sbarramento al 5% in un paese che non ha mai realmente superato l’attitudine al proporzionale significa tagliare le gambe non solo agli Alfano o ai Mastella, ma distruggere i soggetti politici legati alla tradizione territoriale o ideologica
- Sembra evidente come andare a elezioni in questo modo serva a rafforzare le posizioni di potere personale di Renzi e Grillo, col terzo incomodo di Berlusconi
- L’unico che vince sempre in questo caso è proprio Grillo; un paio d’anni di governo Renzusconi, elezioni subito dopo con la possibilità di far entrare chi dicono lui e Casaleggio
- Mi avevi promesso 50 sfumature e siamo arrivati nemmeno a 40
- Ok, adesso andate a chiedere a Grillo&Casaleggio di certificarvi le votazioni o farvi vedere i log dei server
- Nell’era della post-verità, 2+2 difficilmente fa 4
- Magari fa 40, o anche 50
Dystopia, ©2017 StephanoAnt